sabato 19 marzo 2016

LA SICILIA COME TEMA
VIRGILIO: ENEIDE libro III
Frattanto il vento e il sole ci lasciano stanchi,
e ignari della rotta arriviamo alle spiagge dei Ciclopi.
Il porto, al riparo dei venti, è immoto e vasto;
ma accanto l'Etna tuona di orrende rovine,
e talvolta vomita nel cielo una nera nube,
fumante d'un turbine di pece e di ardenti faville,
e solleva globi di fiamme e lambisce le stelle
talvolta scaglia eruttando rocce e divelte
viscere del monte, e agglomera con un mugghio nell'aria
pietre liquefatte, e ribolle dall'infimo fondo.
Si dice che il corpo di Encelado semibruciato dal fulmine
sia oppresso da questa mole, e il gigantesco Etna
sovrapposto spiri fuoco da squarciati camini;
e tutte le volte che muta il lato stanco, tremi
tutta la Trinacria con un rombo e veli il cielo di fumo
Nella notte, protetti dai boschi, sopportiamo tremendi
spettacoli, e non vediamo che causa produca il fragore.



Foto tratta dalla rivista  "Airone" Mondadori


























































































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