L’aldilà
racconto breve scritto per McGennaio2016
L’aldilà
1
Si
può dire che tutte le monadi di Etere fossero riunite attorno alla torre
spazio-temporale che svettava alta e affusolata. In realtà era un cono di luce
che si spingeva in alto, e si distingueva per la sua bianchezza più accesa
rispetto all’ambiente circostante.
La
moltitudine che fino allora aveva scrutato pigramente l’orizzonte, indifferente
all’intreccio di radiazioni che segnava la linea di demarcazione tra l’universo
materiale e quello di pura luce, si rianimò allorché, nel candore siderale,
spuntò improvvisamente un punto opaco di grigio che avanzava, ingrandendosi, a
tutta velocità.
I
commenti furono come dei cori: «Eccolo!»; «Puntualissimo!»; «Spettacolare!»
In
men che non si dica il puntino divenne una massa scura e fuligginosa dai contorni
sfumati, e si fermò sulla testa del pubblico, facendo cadere sugli astanti un’esile
ombra, accolta con un brivido di piacere. Ma fu solo un attimo fuggevole,
perché la luminosa torre spaziale si allungò fino ad andare a catturare la nube
scura appena arrivata.
A
questo punto, la torre di luce si ritirò verso il basso e poi fu come se si
spegnesse, segno, come tutti sapevano, che era cominciato il processo di
decontaminazione che avrebbe eliminato ogni residuo di materia attaccata al
veicolo e ai suoi occupanti. Solo dopo questa operazione l’equipaggio e i
viaggiatori si sarebbero mostrati al pubblico.
Per
ingannare l’attesa alcuni giovani si misero a danzare con movenze leggiadre,
seguendo una musica che vibrava dentro di loro, perché a Eteria niente esisteva
al di fuori delle monadi lucenti, neanche i suoni.
2
La
festa improvvisata cessò immediatamente non appena l’equipaggio e i passeggeri uscirono
dal laboratorio. Rifulgevano tutti quanti di un biancore abbagliante in quel
mondo di luce, e più di tutti brillavano i nuovi arrivati, quelli nati nel
corso della spedizione.
L’attenzione
si fece totale, quando il leggendario duce si accinse a comunicare il suo
pensiero. L’aspetto preoccupato della monade suprema non lasciava presagire
nulla di buono e, infatti, le sue parole-pensiero furono nel segno della
sfiducia e del pessimismo.
«Andare
nell’aldilà», comunicò telepaticamente, «non è piacevole come in passato». Un’affermazione
categorica che generò tra le molteplici sostanze spirituali un diffuso brusio.
La
guida suprema lasciò che la sua dichiarazione fosse esaminata e assimilata, e
poi specificò: «Risiedere nella nera caverna dei corpi viventi era, una volta,
per noi una festa, perché riuscivamo, con minimo sforzo, a controllarne gli impulsi
distruttivi e a rigenerare, dentro la scorza di sangue e carne, la nostra energia
vitale».
A
quelle parole, una sorta di smarrimento percorse tutti gli atomi metafisici
presenti sul posto, ma il capo non ebbe alcuna indulgenza e continuò
inesorabile: «Ciò oggi è diventato difficilissimo. Le entità dell’aldilà di
fronte a ogni diade, guerra-pace, amore-odio, spirito-materia, ragione-follia,
bianco-nero…, scelgono sempre l’estremo negativo senza che la forza della
nostra intelligenza riesca a dissuaderle. Per questo la nostra permanenza entro
quei corpi è divenuta un martirio».
Tutti
nella piazza lucente si resero conto della gravità della situazione esposta dal
famoso capitano, ma nessuno seppe suggerire qualcosa.
3
Non
arrivando a lui alcun commento il duce tornò a emanare il suo tonante pensiero:
«Siccome non è accettabile per noi, intelligenza pura, confinarci nel buio di
corpi che fanno l’esatto contrario di ciò che vorremmo, propongo di abbandonare
l’aldilà al suo destino».
La
proposta del capitano portò grande inquietudine dentro ogni monade, e il punto
luce che li conteneva tutti, essendo ciascuna monade inestesa, si divise in tre
parti. Da uno dei frammenti brillanti si staccò una luce giallognola, (pure
essendo tutte bianche, per tante piccole sfumature, ogni aseità si distingueva
da tutte le altre).
«Sai
bene», comunicò al capitano, il rappresentante di quel gruppo «Che abbiamo
bisogno del nero buio di quei corpi per rigenerare la nostra forza vitale».
«Cercheremo
altri corpi ove permanere» ribattè il capitano.
«Nel
frattempo molti di noi si spegneranno» obiettò la luce fievole.
«Certamente
pagheremo un tributo» ammise il sommo capo. «Ma almeno potremo affermare che
noi, esseri razionali, non ci lasciamo condizionare dagli enti materiali dell’aldilà».
La
monade giallognola ebbe qualche lampo più luminoso ma non replicò al suo capo e
si ritirò tra quelli del suo gruppo per decidere sul come votare.
Gli
ingialliti erano prenotati per la prossima partenza nell’aldilà, perché avevano
estrema urgenza di rigenerare la propria luce spirituale e per questo erano
contrari alla proposta del capitano, che li avrebbe condannati allo
spegnimento: una fine ingloriosa e atroce perché la trasformazione dal bianco
in nero avveniva molto lentamente e tra continue sofferenze intellettive.
La
lista dei prossimi viaggiatori conteneva pure quelli che non erano mai andati
nell’aldilà, dove finalmente avrebbero avuto il corpo necessario per
accoppiarsi con la monade amata. E difatti l’intervento del loro delegato fu
tutto incentrato sul punto che tanto premeva loro: «Noi non possiamo rischiare
di perdere la possibilità di procreare, coronando il nostro sogno d’amore».
Il
glorioso capitano ebbe parole di comprensione verso la giovanile impazienza, ma
si rifiutò di anteporla agli interessi generali, ignorando che in quel lontano mondo
il mezzo e il fine si erano invertiti con il piacere che predominava
l’intelletto. Egli non avrebbe mai permesso che fossero traditi gli obiettivi
prefissati dai progenitori, quando all’inizio decisero di incarnarsi in quegli
strani animali che vivevano arrampicati negli alberi del pianeta azzurro.
«Quei buffi animali pelosi», il capitano usò
proprio questi termini, compiacendosi del peso dispregiativo che avevano.
«Quei
buffi animali pelosi ci hanno permesso di moltiplicarci fino a superarli di
numero, perché loro muoiono e noi possiamo essere eterni a certe condizioni».
Dopo una pausa, temendo che le sue parole potessero essere travisate,
soggiunse: «Ma è sbagliato lasciarsi sopraffare dalla riconoscenza, perché anche loro hanno tratto vantaggio dal
connubio: ricevendo da noi scienza sufficiente a primeggiare su tutti gli
esseri viventi del pianeta».
4
Il
duce lucente smise di impartire la lezioncina alle monadi che non conoscevano
contaminazione materiale, quando chiese di intervenire il rappresentante del
gruppo più numeroso, composto da coloro che avevano avuto recentemente
esperienza della vita nell’aldilà terrestre e, perciò, parlavano con cognizione
di causa.
I
membri di quel gruppo erano intelligenze nel loro pieno splendore e il loro
giudizio sarebbe stato decisivo.
L’incaricato
seppe esporre il pensiero della comunità con maestria, prima riconobbe la fondatezza
del pericolo indicato dal sommo capitano, poi ne ridusse la portata ritenendo
la situazione ancora recuperabile, e infine concluse proponendo un compromesso:
aumentare il quoziente intellettivo degli enti corporei per aiutarli a
riscattarsi dagli istinti crudeli che albergavano in loro. «Se anche
quest’ultimo tentativo dovesse andare fallito», soggiunse, «saranno puniti».
Il
capitano rimase deluso da questa proposta che bloccava il suo consiglio e, per evitare
che il differimento potesse perpetuarsi a tempo indefinito, volle che si stabilissero
date precise.
Chiese:
«E quanto dovrebbe durare questo periodo di prova?». Il tono e l’aspetto
accigliato erano di disapprovazione.
Il
portavoce, dopo un’occhiata d’intesa con i suoi, rispose: «Un secolo, secondo
l’umano calendario». Poi, per calmare la contrarietà del capitano supremo,
precisò: «Nel 2116 o l’umanità sarà cambiata o sarà annientata, facendo
risucchiare l’intero pianeta da un buco nero».
5
La
mozione del gruppo di maggioranza fu approvata all’unanimità da tutti i
presenti, perché era politicamente saggia e metteva d’accordo tutti: i vecchi
che potevano rinnovare la loro energia vitale; i giovani che potevano coronare
i loro sogni d’amore; gli adulti che potevano godersi l’energia di cui erano
ricchi.
E
gli umani?
In
quel momento stavano festeggiando l’arrivo dell’anno 2016, in barba alle
minacce dei terroristi e a quant’altra nefandezza avveniva in ogni angolo del
mondo. E del loro futuro non sembravano affatto preoccupati.
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