lunedì 16 maggio 2016

SPIGOLANDO
Genesi di un capolavoro.
 Forse non tutti sanno che i tre versi della famosa poesia di Quasimodo “Ed è subito sera” nascono come conclusione di una composizione più lunga.
Ecco la prima stesura della lirica:

Una sera: nebbia, vento,
mi pensai solo: io e il buio.
Né donne; e quella
che sola poteva donarmi
senza prendere altro che silenzio,
era già senza riso
come ogni cosa ch’è morta
e non si può ricomporre.
Lontana la casa, ogni casa
che ha lumi di veglia
e spole che picchiano all’alba quadretti di rozzi tinelli.
Da allora
ascolto canzoni di ultima volta.
Qualcuno è tornato, è partito distratto
lasciandomi occhi di bimbi stranieri,
alberi morti su prode di strade
che non m’è dato d’amare.
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.


Commento
La poesia originale è costituita da due momenti: 1) Il primo riferisce immagini del passato con presenze femminili e scenari domestici presenti nella memoria del poeta; 2) il secondo si riferisce a situazioni più recenti segnate da un senso di malessere.

E poi c’è la conclusione slegata dai versi precedenti: forse per questo il poeta decise di dare agli ultimi tre versi un ruolo autonomo e compiuto.

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