L’antro della Sibilla
a Marsala (antica Lilybeo)
Nel XIV secolo i Gesuiti costruirono appena fuori
città, su capo Boeo, la chiesa (foto 1) dedicata a San Giovanni Battista,
compatrono della città. La costruirono in quel punto per inglobare una grotta,
scavata nella roccia sottostante, che i primi cristiani lilybetani avevano
utilizzato come battistero.
La grotta si trova a m.4,80 sotto
il pavimento della chiesa e vi si accede tramite gradini scolpiti nel tufo
(foto 2). La scalinata porta in un ambiente circolare sormontato da una bassa
cupola(foto 3) il cui lucernaio è radente al pavimento della chiesa. Al centro
dello spazio circolare c’è una piccola vasca quadrata (foto 4) sempre piena
d’acqua perché alimentata, attraverso una canaletta, da una sorgente che si
trova in un vano laterale. La fonte è nascosta al visitatore da un altarino in
pietra sul quale poggia una statua di alabastro di scuola gaginesca
raffigurante S. Giovanni Battista (foto 4). Sul vano centrale circolare, si
affaccia anche un secondo ambiente irregolare che presenta una parete absidata
e una sorta di gradino (foto 5). Le pareti della grotta erano decorate con
pitture, quasi tutte scomparse e il pavimento aveva dei mosaici del III secolo
di cui rimangono poche tracce.
Probabilmente l’antro fu, in
epoca romana, un ninfeo o “specus aestivus” per la sua frescura, successivamente
utilizzato dai primi cristiani come fonte battesimale per la presenza della
sorgente. Questa ipotesi è confermata dagli affreschi, appartenenti alla
simbologia cristiana, che adornavano le pareti.
Questo è quello che dice la
storia, poi ci sono le leggende.
Secondo la tradizione la grotta
fu nel periodo precristiano dimora della Sibilla Cumana o Sicula, da qui il
nome “Grotta della Sibilla”. Secondo questa leggenda la Sibilla non lasciava mai la grotta e il
gradino entro l’incavo orientato a ovest costituiva il suo lettuccio (foto 5).
Chi chiedeva il vaticinio alla profetessa calava nel pozzo, attraverso il
lucernario, delle offerte assieme alla richiesta del responso.
Un’altra leggenda vuole che
Ulisse si sia dissetato alla fonte della Sibilla e che questa gli abbia
predetto il futuro.
Altre remote leggende narrano che
la Sibilla fosse in realtà una sposa, caduta all’interno del pozzo e lì rimasta
imprigionata.
L’antica grotta è segnalata da
Diodoro Siculo (90 – 27 a.C.) e poi da Gaio Giulio Solino (III SEC.).
Stranamente non ne parla Cicerone che venne a Lilybeo come questore tra il 76 e
il 75.
Comunque dell’uso pagano della
grotta non si ha alcuna testimonianza archeologica.
NOTA PER IL VISITATORE: la chiesa
rimane sempre chiusa eccetto il 24 giugno quando si festeggia la natività di
San Giovanni Battista (foto 6). Per visitarla negli altri giorni dell’anno
bisogna rivolgersi alla parrocchia della Chiesa Madre.
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